La festa della mamma evoca storie, filosofie, personaggi, riti, credenze, tradizioni che attraversano i millenni fino ai giorni nostri, percorrendo l’universo mondo e ponendoci di fronte alla bellezza e al mistero della vita.
La Madre di tutte le Madri è senza dubbio la Natura, colei che ci culla, ci sostenta, ci incanta, ci atterrisce, ed è dai tempi dei tempi che l’uomo la scruta, la studia, la ama, la mantiene, la detesta, la sfrutta, cerca di dominarla, ne fa scempio… Da noi in Villa si racconta la bellissima vicenda legata al sorgere delle Ville Venete quali fulcro operativo per trarre alimento dalla Natura, ovvero dalla coltivazione delle terre inculte, da cui il sorgere di un paesaggio mai visto in precedenza. I veneziani infatti, saranno i primi a organizzare la produttività dei campi in modo sistematico, razionale e sostenibile. Mettendo a frutto conoscenze tecniche, ma anche filosofiche e infine grandi capacità politiche.
A testimoniare la lungimiranza di quel progetto, a Villa Tiepolo Passi campeggia il busto di un filosofo antico, Democrito (460-370 a.C.) che, a 2400 anni dalla sua dipartita è ancora qui con il suo pensiero forte. Le cose che ci circondano, diceva, uomini compresi, sono combinazioni di atomi. In pratica affermava che solo la Natura, di cui siamo parte, merita di essere indagata, quantificata e misurata. E, qui da noi, pragmaticamente è stato posto a traguardare il sole che sorge nel solstizio d’inverno, sorridendo al susseguirsi delle stagioni agrarie.
La sua teoria atomistica e meccanicistica verrà ripresa da Epicuro (341-270 a.C.) e dal poeta latino Lucrezio (98-54 a.C.), autore del De Rerum Natura. Ma l’idea che la scienza debba occuparsi degli aspetti misurabili e matematizzabili della Natura ritornerà con impeto e nuove tecnologie con Galileo Galilei (1564-1642), padre della scienza moderna. E si ritiene pure che Democrito sia in certa misura ispiratore del Rinascimento Italiano: l’arte come unica forma capace di rendere l’uomo immortale, perché è nell’arte che l’uomo esprime il tentativo più alto di creare qualcosa che si avvicini all’imperscrutabile. E nell’arte Leonardo Da Vinci (1452 -1519), instancabile studioso dell’anatomia umana e dei meccanismi della Natura - e con lui Michelangelo e Raffaello - celebra quella straordinaria nuova visione del mondo.
La Grande Madre tribale, fertile generatrice di vita, mediatrice tra umano e divino, si trasfigura nella dea dell’amore con Astarte, Afrodite e Venere, è cacciatrice con Artemide e Diana, protettrice dei campi e creatrice delle stagioni con Demetra e Cerere, si lega alla Morte con Proserpina e Persefone, dee della Notte e dei cicli lunari indispensabili al fiorire del seme per dare nuova vita.
Ci hanno insegnato che Dio ci ha fatti con acqua e fango. Il racconto popolare per indicare la Madre Terra e l’Acqua da cui ha origine la Vita. Papa Francesco, nell'Enciclica Laudato sì, chiede all’umanità di rivolgersi con amore al creato, alla Natura di cui l’uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, è parte integrante. Il papa quindi, in primis chiede agli uomini di amare i propri simili, ponendo nella fratellanza il punto più alto per aspirare ad un mondo di pace, in terra e in cielo. Bergoglio parla di una Natura defraudata e invoca un'Ecologia Totale; e pone la donna, le mamme del mondo, generatrici dell’umanità, tra i perseguitati di questa terra.
Festeggerò mia madre: ha quasi cento anni ed è ancora indomita. Con tenerezza cerco di comprendere il segreto del suo spirito vitale.
Copyright © Alberto Passi, tutti i diritti riservati