Sorgive, rii e verdi fiumi, Ville Venete, parchi storici, cappelle gentilizie, chiese e pievi parrocchiali, antichi opifici... è il "Giardino di Venezia"
che sul lato orientale fa da corona a Treviso città d'acqua.
Un anello di 40 Km da percorrere a piedi o in bici partendo da qualsiasi punto lo si desideri: dalla città, attraversata dal Sile e irrorata dai Cagnani del Botteniga e poi da Storga e Limbraga; oppure dalla
restera del Parco del Sile; o dall'antico borgo di Melma, oggi Silea, risalendo il fiume che le dava il nome; o ancora da Carbonera, con le sue ville e i rii i cui nomi rimandano al suono del loro fluire (Rul, Nerbon, Mignagola), al carattere che li distingue (Melma, Piovensan, Musestre e Musestrelle), e alla loro funzione (Pulise, Bagnon). Più a nord, passando da Biban e Pezzan, troviamo Vascon e le Fontane Bianche, quindi piegando a sud attraversiamo l'area umida delle sorgenti dello Storga con il suo parco naturale, il trionfo di Ville del quartiere di Santa Margherita, le Acquette, Selvana Bassa (questi nomi parlano da soli!) e siamo nuovamente in città.
Così il
Premio Letterario Mazzotti e l'omonima
Fondazione rievocano la figura di colui che ha "riscoperto" le Ville Venete rilanciandole in una visione di turismo lento e culturale, storia, arte e salvaguardia del paesaggio. L'eredità di Giuseppe Mazzotti la ritroviamo nell'apertura al pubblico delle Ville. Nel circuito brillano in particolare Villa Tiepolo Passi, con i sontuosi affreschi del Bolognese, il grande parco storico e la spettacolare prospettiva che fa da cerniera tra il sud e il nord del percorso, e Villa Valier Perocco di Meduna con l'oratorio, la statuaria nel parco e i dipinti a fresco del Brusaferro. Ma rinnovato spirito mazzottiano troviamo anche nella sempre più attenta gestione posta dagli amministratori dei comuni per la salvaguardia e l'integrità dell'acqua dei fiumi e del patrimonio arboreo che caratterizza non solo i parchi naturali, ma anche la viabilità e i quartieri urbani. Né può mancare una nota che qualcuno direbbe prosaica, in realtà gustosa, deliziosa e culturalmente di spessore: la buona tavola di cui Bepi Mazzotti era certamente appassionato. Il percorso, è punteggiato di trattorie e osterie, ma troviamo anche orti, coltivi con piccole rivendite e laboratori alimentari.
Ecco consegnata l'idea, perfettibile e ampliabile, di un piccolo mirabile viaggio, un giro cadenzato dalla bellezza, che, per la straordinaria preziosità di valori che contiene, a me piace battezzare "Anello d'Oro di Treviso".